L’antropologia è una scienza e, come tale, si basa su dati oggettivi, che emergono dall’esperienza, non da pregiudizi di alcun tipo. Da tutti gli studi antropologici sul ruolo della bellezza fisica nei vari contesti sociali emerge in modo oggettivo che la bellezza fisica esercita un enorme impatto nelle nostre vite. La bellezza, infatti, influenza non solo gli aspetti relazionali ma anche molti altri ambiti, per cui persone attraenti vengono valutate anche più abili e competenti nel lavoro o nell’apprendimento scolastico, vengono considerate dotate di maggiori capacità di comando e di influenza sociale, perfino meno responsabili in caso di reato. Tutto ciò si traduce in dati di fatto molto concreti: le persone attraenti, in media, guadagnano di più, ricevono più aiuto e cooperazione, sono premiate e lodate più spesso, hanno un’autostima maggiore, tendono ad essere più estroverse e, in generale, hanno delle relazioni interpersonali più positive, rispetto a persone meno attraenti. “Bello”, insomma – non solo nella cultura classica ma anche nella mente della gente comune di oggi – è anche “buono”. La bellezza. ovviamente, gioca un ruolo fondamentale soprattutto nella valutazione iniziale di una persona. Nella maggior parte dei casi, infatti, siamo costretti a basare i nostri giudizi immediati soltanto sull’apparenza, senza possibilità di approfondimenti. E’ solo nel caso di familiari ed amici che il rapporto si basa su esperienze di vita e su una conoscenza approfondita del loro modo di pensare, della loro intelligenza e delle loro emozioni. In tutte le altre situazioni, invece, il nostro modo di rapportarci agli altri dipende quasi esclusivamente da aspetti esteriori e dal comportamento non verbale. Tutti noi sappiamo che fra le persone che ci stanno intorno alcune hanno caratteristiche fisiche più piacevoli. E tutti noi constatiamo che queste caratteristiche sono riconosciute nella società, con un notevole grado di concordanza, come favorevoli nei confronti di chi le possiede.