Uno dei molti motivi per i quali preferisco SEMPRE impiantare protesi mammarie in sede sottomuscolare – anzichè in sede sottoghiandolare, come fanno in molti – è il rischio di infezione delle protesi, che, a parità di condizioni di sterilità intra-operatoria, è di gran lunga più elevato se le protesi vengono posizionate a contatto con le ghiandole mammarie, anzichè al di sotto dei muscoli grandi pettorali. Fino a poco tempo fa si pensava che una accurata disinfezione e sterilizzazione della cute mammaria, nella preparazione del campo chirurgico, impedisse la penetrazione di germi della cute all’interno delle ghiandole, attraverso i dotti galattofori. Pertanto, si pensava che sterilizzare la cute prima dell’intervento consentisse di rendere sterili le ghiandole. In realtà non è così. È impossibile rendere sterili le ghiandole mammarie e quindi è impossibile evitare il rischio di infezione delle protesi, se le stesse protesi vengono poste a contatto con il tessuto ghiandolare. Da dove provengono quindi i germi presenti nel tessuto ghiandolare mammario anche quando i dotti galattofori vengono sterilizzati? Quei germi sono “clandestini”, che provengono dall’intestino e viaggiano nel sangue, veicolati all’interno di particolari cellule immunitarie, denominate cellule dendritiche. Le cellule dendritiche penetrano dai vasi sanguigni intestinali al lume dell’intestino attraverso lunghe ramificazioni – dette “dendriti” – e, attraverso di esse inglobano i germi patogeni, per poi presentarli ad altre cellule del sistema immunitario, dette “natural killer”, che li distruggono. Tuttavia, curiosamente, le cellule dendritiche estraggono anche, dalla moltitudine di germi intestinali, alcuni germi commensali, che inglobano e trasportano attraverso il sangue nel tessuto mammario. Una volta nelle ghiandole mammarie, quei germi possono virulentarsi e infettare le protesi poste a contatto con le ghiandole stesse. Pertanto, NON HA SENSO PARLARE DI STERILITA’ DELLE GHIANDOLE MAMMARIE e, quindi, anche per questo motivo la tecnica di mastoplastica additiva sottoghiandolare è a rischio di complicanze infettive molto più della mia tecnica, la tecnica sottomuscolare.